Inception (2010)


Ariadne (Ellen Page) è, insieme agli altri architetti americani del film, la progettista dei sogni dai quali tutti vogliono scappare per tornare alla realtà. Entrare nel labirinto per poi volerne uscire.

Ariadne (Ellen Page)

Miles (Michael Caine)

“Ho bisogno di un architetto che sia bravo quanto lo ero io.” Ho qualcuno di meglio.

“Beh, immagina che stai progettando un edificio, giusto? Crei consapevolmente ogni aspetto. Ma a volte, sembra quasi come se si stesse auto-creando. Se capisci cosa voglio dire.” Sì, sì. Come, una scoperta. “Autentica ispirazione, giusto? Ora, in un sogno, la nostra mente lo fa continuamente. Noi… creiamo e percepiamo il nostro mondo contemporaneamente. E la nostra mente lo fa cosi’ bene che noi non sappiamo nemmeno che sta accadendo. Il che ci permette di arrivare direttamente al centro di tale processo.” Come? “Subentrando alla parte creativa. Ora, qui è dove ho bisogno di te. Tu progetti il mondo dei sogni. Noi portiamo i soggetti in quel sogno. E loro lo percepiscono come se fosse il loro subconscio.” Com’è possibile che io possa acquisire sufficienti dettagli per farli pensare che sia la realtà. “Beh, i sogni ci sembrano reali quando ci siamo dentro, giusto? È solo quando ci svegliamo che ci rendiamo conto che effettivamente c’era qualcosa di strano.”

“Diamo un’occhiata a qualche architettura paradossale? Dovrai padroneggiare alcuni trucchi se hai intenzione di costruire tre livelli completi di sogno.” Che tipo di trucchi? “In un sogno, si può ingannare l’architettura con forme impossibili. Ciò consente di creare dei circuiti chiusi. Come il Penrose Steps.” Le scale infinite. “Vedi? Paradosso. Così come un circuito chiuso che ti aiuterà a celare i confini del sogno che hai creato.” Quanto devono essere grandi questi livelli? “Potrebbero essere qualsiasi cosa, dal pavimento di un edificio a una città intera. Ma devono essere abbastanza complicati… in modo da poterci nascondere alla proiezione.” Un labirinto. “Esatto, un labirinto.” E migliore è il labirinto… Più tempo abbiamo… prima che le proiezioni ci trovino? “Esattamente.”

Come stanno venendo i labirinti? “Ogni livello si riferisce alla parte del subconscio del soggetto in cui stiamo cercando di accedere. Quindi, ho creato il livello inferiore, un ospedale. Così Fischer ci porterà suo padre. In realtà ho una domanda su questo schema.” No, no, no. Non mi spiegare i dettagli. Solo il sognatore deve conoscere lo schema. “Perché è così importante?” Nel caso in cui uno di noi inserisca le proprie proiezioni non vogliamo che loro sappiano i dettagli del labirinto. “Vuoi dire che, nel caso in cui tu inserisca Mal. Non riesci a tenerla fuori, vero?” Esatto. “Non riesci a costruire, perché se tu conosci il labirinto, poi lei lo sa. Il che potrebbe sabotare l’intera operazione.”


La sfida al Labirinto

Paris 48,8566° N / 2,3522° E

Los-Angeles 34,0308° N / 118,1437° W

“Da una parte c’è l’attitudine oggi necessaria per affrontare la complessità del reale, rifiutandosi alle visioni semplicistiche che non fanno che confermare le nostre abitudini di rappresentazione del mondo; quello che oggi ci serve è la mappa del labirinto la più particolareggiata possibile. Dall’altra parte c’è il fascino del labirinto in quanto tale, del perdersi nel labirinto, del rappresentare questa assenza di vie d’uscita come la vera condizione dell’uomo.” (Italo Calvino, Sfida al labirinto)

“Forse per girare in un labirinto bisogna avere una buona Arianna che ti attende alla porta tenendo il capo di un filo. Ma non esistono fili così lunghi. E anche se esistessero, ciò significherebbe (spesso le favole dicono la verità) che si esce da un labirinto solo con un aiuto esterno.” (Umberto Eco, Il nome della rosa)

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