The House That Jack Built (2018)

Russell Jack (Matt Dillon) è l’ingegnere/architetto che fugge dal mondo e da se stesso uccidendo e costruendo la casa dei suoi sogni con i corpi delle sue vittime.


“E la differenza tra un architetto e un ingegnere?” L’architetto disegna le case? “E l’ingegnere?” Anche lui disegna le case? “E me la chiami una differenza? Un ingegnere legge la musica, un architetto suona la musica, se è qualcosa che il tuo limitato cervello può elaborare.”
Che mi dici della tua casa? Per Dio, non puoi convincermi che l’idea che la tua prima casa sarebbe stata demolita fosse in alcun modo soddisfacente. Diresti che è stata costruita per essere demolita? “No, certo, e mi dispiace dover dire che è successo almeno altre tre volte che ho cominciato a costruire e poi mi sono venuti dubbi. Era difficile creare la casa dei miei sogni. Il materiale non faceva quello che volevo facesse. Le case che avevo disegnato avevano già al primo particolare qualcosa di banale, per non dire ordinario.” È quello che in arte chiameresti epigonismo? Il tuo grande talento arrivava solo fino a un certo punto.
“Albert Speer ha formulato ‘la teoria del valore delle rovine’ studiando le rovine greche e romane, e ha costruito i suoi edifici usando sia materiali deboli che resistenti, in modo che dopo mille anni sarebbero apparsi come rovine esteticamente perfette.” Che, fortunatamente, sono state rase a zero qualche anno dopo la loro costruzione. Hybris è punita da Nemesi, se posso usare un’espressione antiquata.
Ho solo una domanda. “Quale?” Non c’era la storia che volevi… costruire una casa? Non voleva, Jack, costruire una casa? “Sì. Ci stavo… provando… ma non sono andato molto lontano.” Mi rendo conto che ora sarà un po’ difficile costruire quella casa, ma potrà essercene un’altra. Pensaci, Jack, dopo tutto sei un ingegnere e ti definisci un architetto. Mi è stato detto che hai un’interessante teoria a proposito del materiale, che affermi possegga una sua volontà. Trova il materiale, Jack, e lascia che faccia il lavoro.
La tua è una bella casetta, Jack. Assolutamente abitabile.

La resa al Labirinto
“Resta fuori chi crede di poter vincere i labirinti sfuggendo alle loro difficoltà.” (Italo Calvino, La sfida al labirinto)
“Il mondo è un labirinto dal quale è impossibile fuggire.” (Jorge Luis Borges, Finzioni)
“Grande è il fascino del labirinto, la sua severa inclinazione a porre domande assolute, e insieme a porle in modo indiretto, elusivo, quasi ludico, furbo, infantile. Ogni strada è una strada, ma è anche una allucinazione, una strada verso un obiettivo, così pare, ma poiché l’obiettivo, quale sia, non è mai conseguito, eccetto che nel caso in cui si tratti di una ulteriore strada, è possibile che ogni strada sia un inganno, una giarda, una arcatura, per suggerire, grazie ad un menzognero ideogramma tracciato nel buio, che dopo tutto sarebbe saggio che non mi muovessi affatto.” (Giorgio Manganelli, La palude definitiva)