Under Electric Clouds (2015)

Petr (Louis Franck) è l’architetto progettista di una torre residenziale che la guerra russo-ucraina ha reso non più conveniente. Tutto si compie sotto lo sguardo dello scheletro dell’edificio. Meglio fuggire e negare di saperne qualcosa.

ANGELICA von GOERING – SASHA
“L’edificio è solo una commemorazione di due sciocchi. Quella dell’architetto e quella di tuo padre. È eccessivo. L’architettura deve essere funzionale. E dimentica la funzionalità. Quando hanno fermato la costruzione l’architetto voleva darsi fuoco. Ma i fiammiferi umidi non si sono accesi. Che stupido. Sono un esperto, e sono stato sempre contrario a questo.” Sicuramente l’architetto era strano. Come tutti quelli di talento.
KARIM
“Probabilmente non diventeremo Le Corbusier, e allora? Buffo, ma io sono orgoglioso di essere architetto onorario… È più di un mese che ti cerco. Qualcuno cerca un architetto per costruire una casa stile moresco. Con colonne e una fontana. Possiamo pagare i debiti… Sai che l’uomo che commissionò il nostro edificio incompiuto è morto? Così non hanno finito il nostro progetto. A chi importa?”
ANGELICA von GOERING
“Che peccato. È un bellissimo edificio. L’uomo è morto. E agli eredi non importa niente. Ha fatto tutto il possibile per sostenerti. Nessuno credeva in questo edificio, ma lui sì. Disse che diventerà l’architettura della vita. Lo venderanno o lo ricostruiranno. I compratori hanno fatto uno studio. Non è piaciuto ne ai giovani esperti ne agli anziani. Dobbiamo ricostruire una cupola o una guglia.”
PETR
“Vedi questo edificio? Credi che abbia bisogno di una guglia o di una cupola?” Ha bisogno di colonne o marmo. Non so. “Grazie.” Ho sentito che uno degli architetti è impazzito.
SASHA – PETR
“Buffo. Un architetto di questo edificio voleva darsi fuoco ma i fiammiferi erano umidi. Tutti lo prendono in giro per questo.” Se anche volesse farlo, a chi importa?
PETR
Cosa fai? “Sono un architetto. Molto di tendenza. Ma privo di senso. Sistemo vasche da bagno e lavandini nello spazio e nel tempo. Metto insieme bidet e bagni. Faccio questo per vivere.” Che cos’è un bidet? “Non lo so. Non ne so niente.”

Il Labirinto come non-luogo
“Una discrepanza, un equilibrio alterato tra il corpo presente nello spazio e lo spazio involucro che lo contiene può provocare una vertigine. Improvvisamente tra noi e l’intorno c’è un vuoto… Perdersi è forse proprio questo: il soggetto si trova spiazzato tra una aspettativa di familiarità con un luogo, di adesione affettiva o di comprensione con esso ed un comando contrario che lo stesso luogo gli dà.” (Franco La Cecla, Perdersi. L’uomo senza ambiente).
“Chi percorre un labirinto ha la vista ostacolata e frammentata, di fronte e alle spalle, quindi procede in preda alla confusione, mentre chi attende al di fuori del labirinto vede il quadro generale… Cosa si vede dipende da dove ci si trova, pertanto il labirinto è allo stesso tempo singolo (esiste una sola struttura fisica) e doppio… Può essere percepito come un percorso (un sentiero lineare ma tortuoso verso un obiettivo) o come un motivo (un disegno simmetrico)… La nostra percezione è intrinsecamente instabile: se si cambia la prospettiva, anche il labirinto sembra cambiare.” (Mark Z. Danielewski, Casa di foglie)