Where You Go Bernadette? (2019)


Bernadette Fox (Cate Blanchett) è una nascente star dell’architettura che fugge da Los Angeles per stabilirsi a Seattle. La successiva fuga in Antartide è finalmente liberatoria per lei e per la sua famiglia.

Bernadette Fox (Cate Blanchett)

ELGIE – BEE
“Ora ascoltami. La mamma ha fatto le sue scelte. Invece di affrontare la realtà, ha scelto di scappare. E non è la prima volta. È scappata da Los Angeles, scappa da ogni responsabilità personale e che ha fatto ieri, messa alle strette da persone che volevano aiutarla? È scappata. Un’altra volta. Guardami. Noi continueremo a vivere la nostra vita e quando lei sarà pronta a tornare da noi… lo farà.”

“TWENTY MILE HOUSE” DOC
L’associazione americana architetti e costruttori ha condotto un sondaggio tra 300 laureati in architettura sui loro architetti preferiti. L’elenco è quello che molti si aspetterebbero, ma in mezzo a Frank Lloyd Wright, Mies van der Rohe, Frank Gehry e Lorenzo Piano, c’è una donna praticamente sconosciuta. Bernadette Fox, uno dei veri enigmi dell’architettura, è straordinaria per diversi motivi. Era una giovane donna che esercitava una professione dominata dagli uomini.

BERNADETTE – PAUL JELLINEK
Cosa hai fatto a Seattle per vent’anni? “Credo volessi solo andarmene di corsa da Los Angeles. Capisci… quando avessi stabilito che tutti si sentivano abbastanza in pena per me avrei spiegato il mantello ripiombando lì per il secondo atto per dimostrare a quei bastardi che ero la vera regina stronza dell’architettura. Ma poi… già…”

BERNADETTE – BECKY
“Mi piacerebbe provare a progettare quella nuova base.” Sei un architetto? “No, non mi sono mai considerata un architetto in senso stretto. Sono piuttosto una… una che risolve problemi in modo creativo, con buon gusto e che ha un debole per gli incubi logistici.”

ELLEN – BERNADETTE
Fox, vieni qui. Ti ho cercata su Google. Allora, perché sei qui? “Sto tentando di non essere più una minaccia per la società. Forse mi sono lasciata un po’ trasportare, ma vorrei davvero provare a progettare la nuova base al Novantesimo Sud.” Cosa ne sai sull’argomento? “Beh, so che la stanno smantellando e ne costruiranno una nuova. Chiunque la progetterà, dovrà visitare il posto e vedere tutto di persona.” Nessuno può visitare il Polo Sud, solo il personale essenziale. E da quanto ho capito, tu ricadi nella vasta categoria del non essenziale. “Io lavoro così però, devo abitare uno spazio prima di iniziare a progettarlo. Prima di scoprire cosa deve essere. Sai, al solo pensiero ho le palpitazioni. No, non sono palpitazioni cattive, del tipo: ‘Sto per morire’, sono palpitazioni positive, del tipo: ‘Serve qualcosa? Se no sparisci, perché sto per spaccare il culo alla vita.’” Hai la minima idea di cosa comporti svernare lì? È una sfida molto più grande di quanto chiunque possa immaginare. Gli unici che possono farcela sono quelli con una piccola vena di asocialità. Dovrai abituarti a passare molto tempo da sola. A passare lunghi periodi senza fare ginnastica. Le docce sono brevi e poco frequenti. “Sembra ciò per cui mi sono allenata negli ultimi vent’anni.”

Color palette


Il viaggio nel Labirinto

“Il labirinto è una forma, ma per chi lo vive è l’esperienza di una impossibilità a uscirne e dunque di una erranza mai conclusa – e da questo nasce il suo fascino e lo spavento che incute.” (Umberto Eco, La vertigine della lista)

“Il labirinto stimola e contemporaneamente risponde a una brama di scoperta, e la sua esplorazione è l’atto archetipo dello spirito che ricerca. In questo senso la pulsione verso l’esplorazione-scoperta mostra chiaramente la valenza geografica di attività innanzitutto mentale e successivamente concretamente operativa.” (M. Cristina Fanelli, Labirinti. Storia, geografia e interpretazione di un simbolo millenario)

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